Martina - Nati Prima

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- Martina -

Ciao a tutti,
mi  chiamo Martina, e questa è la mia storia e quella  di tutta la mia famiglia. Il mio arrivo nel mondo è stato un rivivere quello che i miei genitori aveva già attraversato con la mia sorella maggiore di nome Daniela nata anche lei prematura alla 25° settimana.
Ma ora voglio raccontarvi la mia avventura. Quando mamma ha saputo che era rimasta incinta è stata una gioia immensa per tutti, ma da subito abbiamo dovuto lottare per sopravvivere. I dottori dicevano che non ce l’avrei mai fatta.
Ogni ecografia per mamma era un chock, infatti erano poche le speranze che mamma riuscisse a portarmi a termine. Ogni volta che la mamma finiva in pronto soccorso i medici dicevano che mi avrebbe perso a breve, ma per fortuna, mia mamma è stata sempre molto decisa e piena di speranza e dentro di lei diceva “andrà tutto bene” .

A 13 settimane alla mia mamma hanno fatto un cerchiaggio  per avere maggiori possibilità di portare avanti la gravidanza ma sfortunatamente non è stato eseguito alla perfezione.
Proprio a causa di questo problema la mia situazione è peggiorata, l’utero della mia mamma non riusciva a tenermi dentro di lei, di conseguenza dovevamo andare molto volte in ospedale dove alla mia mamma venivano fatti dei farmaci come ad esempio la vasosuprina per far rallentare gli eventi.
I dottori scuotevano la testa e dicevano “signora mia non riuscirà nemmeno ad arrivare alla 20° settimana”.
Provate a pensare come la mia mamma si è sentita quando hanno pronunciato quelle parole. Fortunatamente riceveva tanto amore dal mio papà e dagli altri famigliari che le hanno dato tanta forza per andare avanti e farmi conoscere il mondo: non si è mai mossa dal letto per mesi.
Poi è arrivato il giorno in cui nemmeno tutta la forza della mia mamma è bastata a far proseguire la mia crescita dentro di lei: è stato il giorno della mia nascita.
Il 10 dicembre 2008, alle ore 17, mentre guardava la televisione  si è accorta che qualcosa non andava, si erano rotte le acque.

I miei familiari avvisano il pronto soccorso e portano la mia mamma al più vicino ospedale dove i medici confermano che io stavo per nascere, ma... visto che non c'è stato niente facile... ecco un altro problema: in quell’ospedale c’era il posto per la mia mamma  ma non per me!
Allora i medici hanno iniziato a cercare con fatica un ospedale in grado di accudire sia me, in un reparto adatto ad accogliere bambini prematuri, quindi con una Terapia Intensiva Neonatale, che la mia mamma.
Viene deciso di trasferirci nell’ospedale  S. Anna di Ferrara e prima di partire fanno una iniezione alla mia mamma per aumentare lo sviluppo dei miei polmoni.
Siamo arrivati in ospedale alle 23 e, quando il mio papà ha capito che eravamo in  buone mani, è andato a casa dalla mia sorellina Daniela.
Nel frattempo io e la mia mamma siamo rimaste con delle bravissime ostetriche che sono state molto premurose e dolci come non ne aveva mai incontrato.
Ogni cinque minuti venivano a controllare come stavamo, erano quasi come di famiglia e anche la dottoressa di turno era molto dolce e premurosa vedendo che la mia mamma era molto spaventata.

La mattina  dell’ 11 dicembre 2008  verso le 7,00 hanno fatto alla mia mamma un’altra iniezione di cortisone  per lo sviluppo dei polmoni, poi si è deciso per il taglio cesareo programmato per le ore 13, perché non si poteva più aspettare.
La mia mamma chiama il papà e lo avvisa del taglio cesareo programmato per il primo pomeriggio: lui cerca liberarsi in tempo, infatti arriva giusto  per salutare la mamma prima di entrare in sala operatoria.
Alle ore 14 e 20 min sono nata.
Quando sono uscita ho pianto così tanto che ho fatto piangere anche la mia mamma di felicità.
Anche se da lontano, siamo riuscite a salutarci, io e la mia mamma,  e così è iniziata la mia vita...

La mia bambina  è nata di 28 settimane,  pesava 1260 gr. ed era lunga 38,5 cm. e aveva una circonferenza cranica  di 28 cm.
L’ apparto respiratorio dopo poche ore della nascita ha presentato stress respiratorio ed è stato somministrato Curosurf con modalità INSURE (3 dosi in totale) con miglioramento del quadro clinico.
Ha fatto la n-CPAP e, dopo la sospensione, è stata somministrata ossigenoterapia per 15 giorni, a causa del persistere di crisi di desaturazione ed apnee; ha continuato la  terapia con Doxapram e caffeina .
A causa della sua prematurità veniva eseguita anche della fisioterapia respiratoria proprio per aiutare a farla respirare.
Il secondo giorno  si è anche riscontrato la persistenza del dotto arterioso di Botallo, quindi è stato effettuato un ciclo di Ibruprufene e, succesivamente, un ciclo di Indomelacina; tutto si è concluso  con successo.
L’apparato neurologico evidenziava dei  piccoli focolai ipercogeni, fortunatamente i ventricoli erano nella norma per forma e dimensioni. Non sono s tate rilevate altre alterazioni parenchimali. Il tono muscolare era nella norma.
Ha fatto fototerapia al terzo giorno di vita.
Questo era il  quadro clinico della bambina in terapia intensiva.

La storia vissuta da me, come mamma, è stata diversa.
Sono entrata in terapia intensiva solo dopo 4 giorno di vita della mia bambina, perché ho avuto delle complicazioni per il parto cesareo: il mio primo desiderio era di prenderla in braccio  e fare marsupio terapia, perché sapevo che i bimbi gradivano la sensazione di essere un’altra volta insieme alla sua mamma.
La mia richiesta  è stata subito accolta grande entusiasmo,s ono stata fortunata perché è stato il più bel gesto che potevo ricevere in quei giorni. I nonni hanno visto per la prima volta  la nostra piccola Martina. Quel giorno non lo scorderò mai. Il mio cuore sembrava  esplodere di felicità. Purtroppo in terapia intensiva i bambini hanno dei giorni buoni e dei giorni meno buoni. Cosi è stato anche per Martina, tutta piena di tubicini; la sua manina era attaccata la suo nido e, come un pulcino, il suo piccolo corpicino tremava ma aveva  una  gran forza interiore .
Per fortuna in terapia intensiva erano presenti medici e infermieri in gamba che  seguivano la piccola Martina sempre e in particolar modo quando stava male , e davano anche  grande conforto quando ne avevo bisogno, già perché, dovete sapere, che quelle situazioni per capirle bisogna proprio provarle.
Il timore più grande  era che alla mia bimba fosse stato diagnosticato, con l’ecografia cerebrale,  qualcosa che non mi era stato detto. Penso che alcuni medici dopo la nostra dimissione abbiamo pensato “Dio ti ringrazio che Martina è andata a casa perché la mamma era molto ansiosa”, forse avevano ragione ma io avevo già avuto una esperienza molto simile con la mia prima figlia, Daniela, quindi ero più impaurita per quello che poteva succedere a Martina e  ringrazio  tutti i medici e gli infermieri per la loro pazienza che hanno avuto  con me.
Martina ha avuto 3 grandi apnee davanti me ed io e mio marito (anche se lui non lo faceva vedere) ci siamo tanto spaventati perché continuavamo a sentire quel rumore… bip .bip. bip. quando desaturava. Abbiamo avuto anche paura di darle da mangiare.
Ma piano piano abbiamo superato tutto insieme.
Lentamente la bambina cresceva, mangiava, prima attraverso il gavage, poi con biberon e infine sono riuscita ad attaccarla anche al seno...
Giorno dopo giorno bimba migliorava e tutti eravamo molto contenti.
Dopo 63 giorni è arrivato giorno di andare a casa, era il 12 febbraio 2009, abbiamo salutato tutto staff di intensiva e ringraziato tutti quelli che erano di turno sia che le mie care infermiere che i cari medici.

Quando siamo arrivati a casa con Martina, tutti quelli che ci aspettavano ci hanno festeggiato.

    

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