- Giorgia -
La storia di Giorgia comincia il 30 ottobre 2008 alle ore 00:56, quando nasce con parto naturale alla 24° settimana di gestazione. Peso alla nascita 630 grammi.
Ciao io sono Giorgia, sono una bambina sana, allegra e felice, ma la mia nascita ha mandato i miei genitori nel panico e nella disperazione .
La mia mamma il giorno prima che io nascessi, non si sentiva molto bene, aveva visto delle piccole emoraggie e quindi è corsa al pronto soccorso. Il suo ginecologo l’ha visitata e le ha detto che era già dilatata di 5 centimetri, che non c’era molto da fare e che la bambina sarebbe nata. La mamma non credeva alle parole del dottore, improvvisamente le sembrava di essere piombata in un incubo, ma com’era possibile partorire a sole 24 settimane di gravidanza?!?
Non si potevano fermare le contrazioni, bisognava però cercare di rallentarle, perché ogni ora guadagnata sarebbe stata una “chance” in più, per me, di sopravvivere.
Le hanno subito iniettato del Bentelan, un corticosteroide, per aiutare i miei piccoli polmoni a maturare, e hanno trasferito la mamma in un altro ospedale (Ospedale Sant’Anna di Ferrara), dove c’era il reparto di Neonatologia.
Non riescono a guadagnare molto tempo ed io nasco, ho fretta di nascere, sono in posizione podalica ed esco con i piedini.
Mi avvolgono in un telo e mi portano subito via, piango e respiro da sola, ma la mia mamma non lo sa, non sa se sono nata viva, il mio flebile pianto lo sente il mio papà che era rimasto fuori dalla sala parto spaventato a morte dalle parole dei ginecologi. Solo lui mi vede subito, deve seguire i dottori in Terapia Intensiva.
Dopo i primi esami clinici mi hanno riscontrato la persistenza del “dotto arterioso di Botallo”, che con terapie farmacologiche si è chiuso in pochi giorni, “stress respiratorio” “ittero del prematuro”, inoltre ho contratto “un’infezione da candida”.
La mia mamma viene a trovarmi il giorno dopo, lo so che è spaventata, la stanza in cui mi trovo è piena di monitor e allarmi che suonano in continuazione, io sono piena di tubicini. La mamma dice che ero minuscola stavo in una mano, pesavo 630 grammi ed ero lunga 32 cm. Ero tutta rossa con la pelle trasparente e si vedevano tutte le vene, avevo mani e piedi lunghi e sottili. Per lei ero bellissima (cuore di mamma), dice che non pensava che così piccola potessi essere perfettamente formata.
Io ero forte, respiravo da sola, sono stata intubata solo per poche ore ed ho giusto un po’ d’ossigeno in culla, ma per non farmi affaticare troppo sono stata posta in n-CPAP per qualche giorno, non bisognava disperdere troppe energie, la strada era ancora lunga.
La cosa che preoccupava di più era l’infezione “da candida”, perché per noi prematuri le infezioni sono molto pericolose, ma con la terapia antifungina anche quella è passata, ed anche la glicemia che non era stabile dopo un po’ di settimane si è risolta.
Mamma, te l’avevo detto che ero una piccola guerriera! Tu e papà avevate paura, quante notti in bianco, quante ansie e preoccupazioni, quanti sensi di colpa mamma per non avermi saputo proteggere, per non essere riuscita a portare a termine la gravidanza! Voi eravate sempre con me, anche se il tempo per stare insieme era veramente poco, un’ora al giorno, vi facevate coraggio e la speranza non vi ha mai abbandonata ed io vi ho stupiti con la mia forza, la mia voglia di vivere.
E così, dopo 27 giorni di Terapia Intensiva, giorni fatti di alti e bassi, di crisi più o meno importanti, il 27 novembre, arrivati ad un peso di 820 grammi, siamo passati nella sub-intensiva.
Qui la mia mamma si è sentita finalmente UNA MAMMA, poteva stare con me tutto il giorno, poteva prendermi in braccio, le infermiere le hanno insegnato a staccare tutti i sensori che ancora avevo, poteva farmi il bagnetto, pesarmi, ma la cosa più importante da fare per noi due era la marsupioterapia.
Un momento di legame intenso tra la mamma e me, sentivo il suo odore, il suo battito del cuore, io stavo così bene lì accoccolata che spesso dormivo beata.
I giorni passavano, io stavo bene, dovevo solo mettere su un po’ di etti per potere andare a casa, ma dietro l’angolo un altro nemico era da sconfiggere. A 67 giorni di vita ho sviluppato una sepsi da streptococco di gruppo B, sono stata intubata perché non respiravo più da sola, desaturavo in continuazione, e mi hanno curata con l’antibiotico. Inoltre l’oculista in una delle tante visite mi ha diagnosticato una ROP (Retinopatia della prematurità), in zona II stadio II all’occhio destro e in zona II stadio IIII all’occhio sinistro.
Per la ROP abbiamo continuato a fare visite oculistiche anche una volta dimessi, siamo stati anche in altri ospedali per ulteriori consulti e finalmente il 10/08/2009 ci hanno detto che tutto si era risolto da solo, che il pericolo dell’intervento al laser era scongiurato. Per quanto riguarda l’infezione da streptococco, dopo 15 giorni di antibiotico è guarita, e così i dottori ci hanno dato la notizia che aspettavamo da tanto tempo: potevamo andare a casa, dopo aver fatto le giuste vaccinazioni di legge.
83 giorni dopo la mia nascita, il 21 gennaio 2009 abbiamo vinto la battaglia. Salutando tutti, medici ed infermiere, che sono stati tutti stupendi e gentili e si sono presi cura di me, la mamma non ha potuto trattenere le lacrime, lacrime di felicità, cominciava una nuova avventura in un certo senso una seconda nascita.
A volte, mentre Giorgia dorme, io la guardo e non posso fare a meno di pensare a tutta questa storia. Momenti difficili che sono passati, e la ringrazio per tutta quella felicità, gioia e allegria che ci regala ogni giorno.
Spero che questa testimonianza possa essere di aiuto a quei genitori che si trovano inaspettatamente, a vivere la drammatica esperienza di un parto prematuro.